Gli autori che Sai Baba ama leggere

 

di Robert Priddy - rpriddy@online.no

Sito web: http://home.no.net/anir/Sai/

Data: 26 agosto 2002

Data del documento: 25 agosto 2002

 

Sai Baba ama i libri degli autori che lo lodano, non solo fino al cielo, ma addirittura al più elevato dei cieli. Egli "lascia cadere grazia" su coloro che scrivono solo racconti colorati di rosa su di lui. Altri libri che non vanno così lontano sono molto meno graditi per lui! Gli incredibili elogi che egli ha ricevuto da scrittori come Kasturi, Balus, John Hislop, Howard Murphet, Samuel Sandweiss, Peggy Mason, Phyllis Krystal, Joy Thomas e molti altri sono di suo gusto, come dimostrano le sue risposte agli autori.

Queste lodi sono una parte dell'apparato devozionale tipico di tutti i guru; espressioni di fede cieca, tentativi di compiacere nella speranza di ricevere la loro salvezza spirituale. Eppure coloro che scrivono per Sai Baba sono in una classe a parte nella adorazione della sua santità e nell'enfasi interamente positiva del fantastico. Allo stesso tempo, gli autori ai generalmente - e specialmente quelli citati sopra - erano consapevolmente coinvolti nel nascondere agli occhi dei lettori gli sfortunati eventi nell'ashram ben noti per loro dopo molte visite, ed essi non riportano mai gli incidenti seri o i crimini minori o maggiori che tutti sanno che si sono verificati.  Essi considerano questo irrilevante per la missione divina dello stesso Dio Padre, nella quale tutti esplicitamente credono. Spesso essi agiscono con l'ansia di non fare nulla che dispiaccia a Sai Baba e solo per vedere, sentire e dire ciò che è buono, specialmente su di lui, come egli spesso specifica nei suoi discorsi. Per un ex frequentatore del movimento Sai che sa qualcosa delle varie beghe e tribolazioni degli autori, i libri sono degni di nota per quello che non dicono o consciamente sopprimono! Ogni cosa, per quanto piccola, che possa pregiudicare l'immagine di Baba viene subito classificata come scandalo e pettegolezzo e omessa.

Per esperienza, sono incline a credere che la maggior parte di loro si comporta così per la cecità della fede che Baba ha inculcato in loro, e per l'ingenuità sociale e politica che l'India ha loro comunicato piuttosto che per cattivi motivi. Comunque, questo rende molti di loro patologicamente non comunicativi riguardo ai loro dubbi inevitabili ma molto privati, e le ansietà che molti di loro dichiarano di non avere, ma che sono notevoli per gli osservatori del comportamento umano nel campo delle ideologie, strutture religiose e movimenti di culto.

Il libro che io scrissi sul come arrivai da Sai Baba ("La fonte del Sogno"), nel quale certamente esagerai le qualità e l'intelligenza di Sai Baba, non era di suo gusto. Innanzitutto, non cercai di adularlo mettendo la lettera maiuscola quando mi riferivo a lui, nè usavo gli aggettivi usati dai suoi scrittori preferiti per descrivere lui e tutto ciò che con lui era connesso. Peggio ancora, avevo osato tanto da sottolineare che egli fa degli errori sui fatti, con esempi, che non è obiettivo nella sua valutazione di se stesso, poichè ritiene di essere perfetto in ogni modo. Ma per quanto io evidenziassi che egli è fallibile in molte cose, tentai di razionalizzarlo con un acuto ragionamento (una pratica standard qui, poichè anche io ero sotto il suo incantesimo, all'epoca). Infine benchè io gli dessi molte lodi come "Il maestro universale" ed intitolassi dei capitali con titoli gonfiati come "Il Supremo Sai" (più di quello che adesso considero decenza), non gli diedi completa soddisfazione! Egli lo firmò brontolando "Con amore, Sathya Sai Baba".

Che Sai Baba avesse accettato il mio libro, e che lo abbia fatto in modo così riluttante, è senza dubbio dovuto a VK Narasimhan, che aveva parlato con lui ripetutamente nei termini più calorosi, e virtualmente gliene mise una copia in mano un giorno lasciandolo sullo sgabello nella sua stanza a Brindavan. A Sai Baba non è mai piaciuto andare contro questo famoso editore e giornalista, che significava così tanto per la fama di Sai Baba tra le classi educate e colte dell'India che conoscevano e rispettavano VKN. Ciò che a Narasimhan piacque particolarmente del mio libro, come egli mi disse, "fu che era il libro più oggettivo sull'argomento!". Egli scrisse anche una positiva recensione al libro che egli mandò a Samuel Weiser, quando fu ripubblicato nel 1998, e può adesso essere letto su uno dei loro siti.

Per contrasto, nella stessa udienza egli firmò l'ultimo libro di Joy Thomas in più di una copia, "con amore e benedizioni" e firmò varie fotografie e tutto quello che continuavano a passargli. Mi hanno orgogliosamente mostrato altri libri firmati da lui. Posso quasi sentire i devoti che leggono questo arrivare alla conclusione che fui vittima di "invidia e gelosia" (la spiegazione automatica di Sai Baba per tutto ciò che è spiacevole). Non era così comunque, poichè non ho mai sentito la necessità di attirare l'attenzione di Baba a tutti i costi, nè di pubblicizzarla. Nè volevo provare qualcosa a me stesso. Era però interessante per me vedere come Sai Baba avrebbe reagito ai miei scritti. (In privato mi aveva detto:"Quello che stai facendo è giusto" e "Scrivi, scrivi". Sembrava che adesso lo rimpiangesse.). Inoltre mi spiace davvero per Joy Thomas adesso, per quello che è accaduto dopo che si sono trasferiti nell'ashram e le cose hanno cominciato ad andare male per loro - l'intollerabile rumore nella loro stanza che li teneva svegli per la maggior parte della notte, il notevole raffreddamento di Baba nei suoi confronti, terminato nel rifiuto di firmare il suo ultimo libro (dovette essergli consegnato da un amico) ed in seguito è morta per una emorragia a causa di una seria negligenza da parte di uno dei medici favoriti di Sai Baba. Questo da la sensazione che lei avesse fatto il suo ruolo e adesso poteva essere scartata.

Come si può immaginare, le persone che ricevono attenzione da Sai Baba e a cui sono accordati vari privilegi, sono sempre sulla corda. Se e quando dispiaceranno a Sai Baba, saranno metaforicamente gettati nell'oscurità esterna, socialmente ostracizzati e talvolta minacciati personalmente da Sai Baba.

Poche persone hanno osato offrire altro a Sai Baba se non elogi, ma con una notevole eccezione cioè il Dott. Erlendur Haraldsson, il professore di psicologia islandese il cui studio descrittivo "I Miracoli sono il mio biglietto da visita" furono accettati da Sai Baba in un darshan nel 1989. Il commento tutt'altro che compiaciuto di Sai Baba fu:"ci sono fatti sbagliati in esso". Tra i fatti riportati c'erano le gravi accuse dell'ex "fratello d'anima" di Sai Baba, Krishna - che da molto si era allontanato - che raccontava della personalità di Sai Baba. Poi c'erano i racconti sulle accuse contro Baba per la sua omosessualità. Ma forse la cosa più dannosa fu il racconto dei medici alla clinica dove Cowan fu portato e dove fu dichiarato morto. Le interviste e le ricerche del Professor Haraldsson tra i seguaci di Sai in India, e tra gli ex devoti, furono intraprese per aumentare la conoscenza della parapsicologia, e non erano intese come un attacco a Sai Baba, anzi il contrario. Il libro è tutt'ora una fonte importante per tutti coloro che vogliono ottenere la prospettiva di un ricercatore serio e onesto, anche se ci sono molte cose che egli non dice e malgrado il libro sia stato scritto prima dell'emergere della massa di documentazione riguardante Sai Baba e le sue frodi.

La moglie dell'autore, Reidun Priddy, ha scritto una aggiunta a quanto sopra:

Il mensile Sanathana Sarathi pubblicato a Prashanti Nilayam è stato uno dei primi modelli sul come scrivere su Sai Baba. Il primo editore fu Kasturi per molti anni fino alla sua morte, poi VK Narasimhan fino alla sua morte, e quello attuale è Anand. Essi hanno doverosamente glorificato tutto quello che accade nell'ashram, ma senza mai menzionare quello di sconveniente che accadeva. Per esempio, non c'è mai stata menzione al fatto che la cupola dello Spiritual Heritage Museum crollò prima della sua apertura e che tre americani furono uccisi. Tutti coloro che erano lì e seppero della cosa furono profondamente scioccati, ma non se ne doveva parlare ufficialmente nell'ashram. Il giorno successivo, ad una lettura per stranieri quando qualcosa doveva essere detto per rispondere alle domande di coloro che ne avevano sentito parlare, Narasimhan fece del suo meglio per parlarne ma senza raccontare davvero cosa era successo! In altre parole, la politica è quella di nascondere ciò che è negativo più che possibile.

Un'altra ipocrisia è di riportare le sensazioni e reazioni di tutti i devoti presenti alle varie funzioni attorno a Sai Baba. Ogni volta ci viene detto che tutti vengono trasportati in uno stato di suprema benedizione ecc. Evidentemente non è vero, senza contare che ci sono enormi masse di persone che nmon riescono ad udire o vedere nulla. Anche per un fedele devoto è scoraggiante leggere le frasi standard sul Sanathana Sarathi che suonano vuote come qualunque altro tentativo di indottrinamento istituzionalizzato. Proprio il tipo di ipocrisia che ci ha fatto abbandonare la religione per cercare qualcos'altro. E' deludente scoprire che Sai Baba ama questo tipo di gloria artificiale. Il fatto è che molti devoti, specialmente quelli del mondo occidentale desiderano il più tranquillo tipo di vita spirituale che viene spesso associata alla vita nell'ashram, che si spera di sperimentare a Prashanti Nilayam. Forse questa mancanza spiega la necessità di "indorare" le cose, il panorama dell'ashram non corrisponde alla mappa spirituale, così tutto quello che può creare dubbi deve essere tenuto nascosto. Baba da l'esempio, gli editori del Sanathana Sarathi lo seguono, ed anche gli autori se vogliono assicurarsi l'approvazione di quello che pensano essere Dio stesso.