N° 3 Come la maggior parte dei guru indiani opera

 

di Robert Priddy - rpriddy@online.no

Sito web: http://home.no.net/anir/Sai/

 

Il mio contatto con uno swami indiano che conoscevo negli anni 60 e 70 prima di incontrare Sai Baba, uno che consideravo essere il mio guru per un periodo, mi insegnò molto sulle tecniche dei guru nelle relazioni con i loro devoti. Non intrapresi la relazione con quello swami con una mente scettica, al contrario...credevo a molte delle cose che mi erano state dette su di lui e in quello che diceva, anche su se stesso. Mi prese come suo seguace senza alcun commento. Non gli sentii dire che era Dio, ma seppi che lo aveva detto ad altri. Comunque venne un momento, circa 14 anni dopo che lo avevo incontrato per la prima volta, in cui un certo numero di storie su di lui ed alcune delle sue affermazioni cominciarono a sembrare decisamente eccessive paragonate a quello che potevo vedere da me stesso o quello che sentivo dire dai devoti. Non sfidai questo guru, ma sentivo che dovevo chiedergli delle cose per chiarire i miei dubbi, che erano diventati insopportabili. Gli scrissi una lettera esprimendo alcune delle mie preoccupazioni, dicendo che avevo dei dubbi sulla validità delle cose che aveva detto e fatto. Mi aspettavo qualche tipo di utile risposta, qualche spiegazione.

Invece di qualche aiuto per riconquistare la fede, ricevetti una lettera molto aspra, come se fosse una risposta ad una sfida, che si soffermava su cose irrilevanti ed alla fine divagava in modo non intelligibile e scarabocchi infantili! Era scritto nella scrittura di swami stesso, non era una lettera dettata - spesso egli faceva scrivere dai devoti invece di farlo lui stesso. Ripensandoci ho scoperto che egli non voleva che la sua risposta fosse nota ai devoti ed egli contava sul fatto che io non la mostrassi a nessuno, cosa che infatti non feci. La ragione della sua reticenza era molto probabilmente che si accorgeva di rivelare nella sua lettera la sua non comprensione nei miei confronti, o la normale compassione, e non ultimo egli era colpito dal fatto che avessi delle domande e che addirittura osassi chiedergliele. (I suoi devoti lo trattavano sempre come un regale leone tra i topi, incapaci persino di squittire). Egli doveva essersi conto allora che avrebbe dovuto spiegare perchè me ne ero andato, ma poteva farlo verbalmente e con le sue parole.

Alla fine egli comprese che non ero così facile da ingannare nella solita obbedienza e che sarei stato una potenziale minaccia alla sua comunità a causa della mia abilità (contrariamente agli altri)di tenergli testa, come avevo letteralmente fatto (senza nessuna sensazione egoistica) in una precedente occasione in cui egli aveva cercato di convincermi a sposarmi. In seguito decisi che avrei seguito il suo consiglio (che era comunque anche la mia volontà) e questo convinse la mia attuale moglie ad accettare, cosa che non aveva fatto precedentemente. Quindi il mio ego non era un problema, poichè accettai il desiderio del guru. Però, più tardi trovai che c'erano altre faccende, anche finanziarie, e promesse che aveva fatto al gruppo di seguaci, che non erano state mantenute.

Solo di recente mi è stato detto che questo Swami (deceduto ormai), aveva detto di me ai devoti che ero molto "forte" ed anche più tardi, che ero uno scettico. Seppi questo da uno del quale parlavo e scrivevo con molto rispetto (come nel mio libro edito, "La fonte del Sogno" - dove lodo Sai Baba, e dove descrivo la mia relazione con lui e con Baba all'epoca).  Io dissi solo ad alcuni dei suoi seguaci che chiedevano una ragione per la mia defezione che swami mi aveva detto una bugia, il che era vero. (Le bugie sono tests...se le ingoiate, venite apprezzati!). Fui accusato del solito peccato, troppo egoismo, come Baba ed i suoi seguaci amano dire di coloro che dubitano!

L'intero processo che ho appena sottolineato è stato ripetuto molte volte da Sai Baba verso i suoi seguaci. Questo io lo riconosco solo in retrospettiva, poichè, all'epoca ero incantato dai considerevoli poteri di Baba che il mio precedente swami non aveva, e dall'intero circo a tre piste di santi quasi-professati che è il movimento Sai. Ho ascoltato ogni tipo di racconto, che alla fine è uno solo. E' pertinente ricordare che parlare alle spalle della gente è il peccato più odioso, il più grande dei peccati! (Il mio ex guru aveva peccato molto verso di me in questo senso, ma lo perdono, poverino!). Chiunque abbia occhi può vedere che Sai Baba usa queste esagerazioni in qualunque momento... e questo sembra essere fatto principalmente per fermare le critiche contro di lui. (Egli considera questo come un atto davvero demoniaco). Egli non considera l'abuso dei minori come un peccato, non lo menziona neanche! Non considera peccato un assassinio a sangue freddo...Ma dubitare del guru o criticarlo questo è sufficiente, egli ha detto (nel suo ben noto discorso del giorno di Natale 2000) per far si che uno viva molte altre vite vergognose! Chi può davvero credere a questo? Io no...è troppo evidentemente un caso di minaccia, per evitare che i suoi veri peccati vengano rivelati!