Sai Baba: Shiva o Sadhaka?

 

di Sanjay K. Dadlani

Con una aggiunta di Brian Steel

Data del documento: 5 luglio 2002

Data: 6 luglio 2002

 

E' ben risaputo che il leader religioso Sathya Sai Baba sostiene di essere una autentica incarnazione di Dio sulla terra. La ragione di questo sono le affermazioni dello stesso Sai Baba, che senza vergogna afferma la sua divinità senza il minimo senso di moralità o considerazione per degli standards universalmente accettati.

Possiamo avere una impressione di questo atteggiamento guardando alcune dichiarazioni pertinenti:

"Il potere di sai è senza limiti, essa si manifesta per sempre. Ogni forma di potere è residente nel palmo della mano di Sai" (1)

"Nulla può impedire o fermare il lavoro di un Avatar. Quando ero di sopra in questi giorni , alcune persone dicevano scioccamente "E' tutto finito con sai Baba" e volsero le spalle ai molti che stavano andando a Puttaparthi. Qualcuno disse che io ero in samadhi, come se fossi un sadhaka spirituale. Qualcuno temeva che fossi vittima di una magia nera, come se qualcosa potesse influenzarmi. Lo splendore di questo avatar aumenterà giorno dopo giorno! (2)

"Questo Avatar è per i bhaktas, i sadhus ed i sadhakas (devoti, anime nobili ed aspiranti) soltanto. Non ha japa (recitazione del nome sacro), dhyana (meditazione) o yoga (praticare l'unione con Dio). Non conosce adorazione: non pregherà nessuno, poichè egli è il più alto. Ti insegna solo ad adorare e pregare." (3)

"Questa è una forma umana in cui ogni entità divina, ogni divino principio, cioè tutti i nomi e le forme ascritte dall'uomo a Dio, sono manifeste...La rinascita del dharma vedico è il sankalpa di Sai (la risoluzione che Sai possiede), non solo ad attirare le persone verso di me, attraendole con la manifestazione del mio shakti (potere) e Samarthya (capacità). Questo non è un brahmathathwan (fenomeno di delusione) Questo fenomeno sosterrà la verità, sradicherà la falsità ed in quella vittoria vi farà tutti esultare nell'estasi. Questa è la sankalpa di Sai." (4)

"Alcuni di voi notano che Ramakrishna Paramahamsa (un santo indiano) disse che i poteri degli yogi (siddish) sono ostruzioni sulla strada degli aspiranti spirituali (sadhaka). Si, i poteri degli yogi possono portare fuori strada gli aspiranti spirituali. Senza farsi coinvolgere da loro, egli continuerà la sua strada. Il suo ego lo porterà giù se se si arrenderà alla tentazione di dimostrare i propri poteri yoga. Questo è un giusto consiglio che ogni aspirante dovrebbe seguire. Ma l'errore giace nel paragonare me a sadhaka, come quello che Ramakrishna voleva aiutare, guidare ed ammonire. Questi poteri magici yoga sono proprio nella natura dell'avatar...Dovete aver sentito la gente dire che la mia è tutta magia. Ma le manifestazioni del potere divino non devono essere interpretate in termini di magia. I maghi eseguono i loro trucchi per guadagnarsi da vivere, per la fama mondiale e la ricchezza. Essi sono basati sulla falsità e sull'inganno, ma questo corpo non può piegarsi a questo basso livello. Questo corpo è venuto per decisione del Signore. Questa decisione è di risollevare la verità (sathya)" (5).

"Non sono coinvolto nell'ascetismo; non medito su nulla; non studio; non sono un aspirante; non sono nè un uomo nè una donna, nè vecchio nè giovane; eppure sono tutto questo...I miei poteri non si nascondono dentro di me per un pò per poi svanire. Tutto questo è una apparente manipolazione della Volontà Divina. Il mio corpo, come tutti gli altri corpi, è una abitazione temporanea; ma il Mio potere è Eterno, onni-pervasivo, senza fine." (6)

Tra le varie idee che queste citazioni scelte ci danno, possiamo notare alcuni concetti chiave:

1) Sai Baba stabilisce definitivamente di essere Dio;

2) Sai Baba stabilisce che la sua forma contiene tutte le manifestazioni di Dio, ignorando totalmente tutte le implicazioni tecnologiche di questa affermazione.

3) Sai Baba stabilisce definitivamente che i suoi poteri NON sono dovuti a nessuna forma di sadhana o di benedizione, e arriva addirittura a ridicolizzare l'idea.

Possiamo ben mettere in questione la presunzione del terzo punto basandoci sulle prove di due libri notevoli che trattano dei primi anni nella vita di Sai Baba. Vale la pena di notare ciò che Arnold Schulman dice sulla riluttanza degli abitanti di Puttaparthi nel parlare dei primi anni dell'Avatar:

"Per ogni episodio dell'infanzia di Baba, ci sono innumerevoli versioni e, a questo punto, l'autore scoprì che non è più possibile separare i fatti dalla leggenda. L'unica cosa che Baba ha proibito ai suoi parenti e devoti è di parlare della sua infanzia e tutti loro vivono nel terrore di Baba, come uno dei più devoti seguaci di Baba ha raccontato all'autore...All'inizio lo scrittore era sospettoso sulle ragioni per cui Baba aveva imposto queste severe restrizioni ai suoi seguaci, nel riferire degli episodi riguardanti la sua infanzia, ma in seguito è stato portato a credere che non era intenzione di Baba sopprimere delle informazioni perchè non voleva che fossero rivelate. Al contrario questo è il modo migliore per evitare che i seguaci di Baba, anche i bene intenzionati, possano distorcere la verità. Un pò di esagerazione qui, un ritocco lì avrebbero potuto definitivamente inquinare la credibilità" (7)

La riluttanza degli abitanti del villaggio e della famiglia sembra essere piuttosto strana ed incongrua con la filosofia che Sai Baba insegna, e non è neanche coerente con i precetti di altre religioni mondiali. Dopo tutto, non è considerato degno di "satsanga" discutere i leela del Signore in buona compagnia?

"Sri Krishna, la Personalità di dio, che è il Paramatma (Super Anima) nel cuore di tutti ed il benefattore del devoto fedele, pulisce il desiderio di godimento materiale dal cuore del devoto che ha sviluppato la necessità di ascoltare i suoi messaggi, che sono essi stessi virtuosi quando adeguatamente uditi e cantati" (8)

Considerando gli estesi benefici spirituali che vengono dal discutere i leela del signore, uno penserebbe che i residenti di Puttaparthi siano rapiti in gioiose discussioni che vanno avanti per giorni, e quale migliore argomento da discutere che gli allegri primi anni di sai Avatar. Infatti, è una osservazione stupefacente che i primi anni di Sai Baba siano discussi molto raramente nei circoli di devoti, e soltanto molto di recente sono emersi dei libri su questo argomento. Due libri estremamente popolari in questa categoria sono "Divine Leelas of Bhagawan Sri Sathya Sai Baba" del (defunto) Nagamani Purnaiya e "Anyatha Saranam Nasthi" di Vijaya Hemchand.
L'autore del primo libro si crede sia diventato devoto di Sai Baba alla metà degli anni 1940, ed include un capitolo di leelas di Sai che le sono stati raccontati da "i Suoi devoti, anche se io stessa non sono stata abbastanza fortunata da testimoniare". (9) Ella poi continua narrando varie leela non datate che sostiene di aver visto personalmente. L'autrice del secondo libro ha gioiosamente raccontato delle sue esperienze infantili con Sai Baba dal 1945, ed entusiasticamente descrive molti avvenimenti verificatisi a Puttaparthi  dal 1940 in poi. Dal momento che queste due anziane devote hanno scritto piuttosto ampiamente gli avvenimenti della gioventù di Sai Baba, possiamo anche considerare come prova che tali incidenti siano veri, specialmente perchè Hemchand fu testimone a tutto ciò che ha scritto. Leggendo questi due libri ho notato che entrambe le autrici descrivono incidenti nella vita di Sai Baba che hanno caratteristiche comuni ma che sembra siano accaduti in tempi diversi. Ciò che è ancora più sorprendente in questi incidenti particolari è che essi non sono stati riportati in alcuna biografia standard (come "Sathyam Shivam Sundaram" ed "Easwaramma - la madre prescelta" del prof. N. Kasturi) di Sai Baba, e non sono descritti in nessun altro scritto! (10). Queste presunte omissioni sembrano un pò sospette se si considerano le implicazioni che questi incidenti portano con se, e come essi possano gettare luce sui primi sviluppi di Sai Avatar.

Il racconto Purnaiya

"Un giorno Swami sparì improvvisamente da Puttaparthi. Essi lo cercarono dappertutto nel villaggio ma non riuscirono a trovare traccia di lui. Non c'erano notizie di lui nè nel villaggio nè nelle cittadine vicine. I suoi genitori, Subbamma ed altri devoti erano molto preoccupati. Passarono sei mesi senza alcuna traccia di Swami, e sembrava che la gloria di Puttaparthi fosse sparita.
Alla fine dei sei mesi, un pastorello di Puttaparthi, nel guardare il suo bestiame, andò a cercare una capra che si era staccata dal gruppo. La rincorse fino ad una grotta vicino a Puttaparthi, egli tentò di prenderla, ma essa entrò nella grotta. Sbirciando, il pastore vide un paio di occhi fiammeggianti che lo fissavano. Fu spaventato a morte, e corse indietro al villaggio, dicendo che c'era una tigre nella grotta. La grotta era abbastanza vicina al villaggio, così la gente aveva paura per la propria vita e per quella del proprio bestiame. Armati di coltelli, lance e bastoni, gli abitanti del villaggio seguirono la guida del pastorello fino alla grotta.
"Benchè molti di loro fossero troppo spaventati per entrare nella grotta, un uomo coraggioso entrò con una lanterna in una mano ed una lancia in un'altra. Con sua grande sorpresa ed immensa gioia, ciò che trovò non era una tigre, ma Swami stesso con i suoi occhi splendenti. Le esclamazioni di gioia nel vedere Swami furono udite dalla folla che attendeva fuori dalla caverna. Alcuni corsero a Puttaparthi per informare il villaggio della bella notizia. Non appena Subbamma venne a sapere che Swami era stato trovato corsa alla caverna e lo riportò con se amorevolmente. Chi può dire dove era stato quei sei mesi, o perchè era scomparso? Le vie del signore sono misteriose e non possiamo sostenere di capirle. (11)

Penso che adesso possiamo capire perchè una strana storia come questa non si è mai vista in nessun "rapporto ufficiale" dell'infanzia di Sai Baba, particolarmente dovuto alla sua natura peculiare e ai suoi effetti sul credo dei devoti. La solita storia è che il giovane Sai Baba (all'epoca noto come Sathya) fu punto da uno scorpione e da quel momento in poi fu soggetto a delle crisi di schizofrenia in forme differenti. Dopo essersi dichiarato come la reincarnazione di Shirdi Sai Baba (un anziano santo morto nel 1918) egli tornò a Puttaparthi ed iniziò il suo ministero. Il difetto del resoconto Purnaiya è che non sottopone alcuna data per l'incidente. Presumendo che Purnaiya abbia tentato di elencare le sue storie in ordine cronologico, possiamo presumere che questo incidente della grotta sia accaduto subito dopo il ritorno di Sai Baba a Puttaparthi dopo aver dichiarato di essere la reincarnazione di Shirdi Sai Baba.

Il resoconto Hemchand:

"Erano le dieci di notte. Eravamo tutti seduti tra le dune di sabbia. Swami cominciò a raccontarci della sua infanzia..."
"Per i successivi sei mesi, fuori dalla vista di chiunque, rimasi nascosto in un tunnel sotterraneo, sotto un albero che da allora è stato conosciuto come Kalpa Vriksha (l'albero dei desideri). Quel tunnel esiste ancora. Ma la maggior parte di esso è stato chiuso da roccia e ghiaia. All'interno si può ancora trovare un kamandalam (un recipiente con manico con il quale i saggi portano acqua da bere), un tavolino per scrivere, una penna, una boccetta di inchiostro, una copia del Bhagavad Gita ed alcune lettere. I devoti che sono andati lì con autentica devozione, li hanno visti poi sono tornati indietro".  Mentre diceva queste parole, Swami mi lanciò uno sguardo significativo. "La gente con la mente piena di dubbi non riesce neanche a trovare l'entrata del tunnel, e tornano indietro delusi". Si alzò, guardò l'orologio ed esclamò:"Ehi, sono già le 12. Alzatevi ed andate". Egli scappò via. E' una grande fortuna ascoltare la storia della vita di Swami narrata da lui stesso. A proposito, ho dimenticato di dirvi qualcosa, Swami ci raccontò questo proprio nel 1949.
"Mio fratello Murthy era avventuroso ed era molto appassionato di visitare posti segreti come il tunnel menzionato da Swami. Un pomeriggio, Swami era occupato a scrivere lettere. Murthy venne e mi incoraggiò ad uscire. Egli mi disse che potevamo visitare il tunnel segreto e ritornare per quando Swami avesse finito di scrivere le sue lettere. Tentai di dissuaderlo, dicendo che Swami aveva detto che c'era un leone lì, e così era meglio non rischiare. Ma egli non mi ascoltò. Sin dalla nostra infanzia io sono stato il compagno di Murthy nell'arrampicarci sugli alberi, sclare colline, giocare a nascondiglio. Sono sempre stato un compagno di giochi per lui. Bene, camminammo velocemente verso l'albero. Come descritto da Swami, c'era un tunnel lì. Tra le due colline, era come una valle. Era più ampia all'entrata ma più stretta verso il centro. Non c'erano scalini per arrampicarci. L'unico modo per arrivarci era sedersi e scivolare giù. Non c'era modo per tenersi. Mio fratello maggiore improvvisamente saltò dentro e mi tirò giù subito dietro di lui. Le nostre mani ed i piedi erano scorticati. Avanzammo. Era molto buio nel tunnel. Non c'è da meravigliarsi se si trovano serpenti e scorpioni in un posto così scuro.
"Seguivo Murthy. C'era una debole luce. Era la luce del sole che entrava da una apertura in alto. Trovammo tutti gli oggetti menzionati da Swami. Anche se pensavamo di dare una occhiata più da vicino, sentimmo il ruggito di un leone. Potevamo vedere i suoi occhi. Sembravano due ardenti globi di fuoco. Ci voltammo e cominciammo a correre. Entrare era stato facile. Ma come potevamo uscire? Tremavamo per la paura. Tentare di saltare fuori non funzionava. Continuavamo a cadere giù. E se il leone ci avesse cercato? Lo stesso pensiero ci rendeva febbrili. In qualche modo, dopo sforzi ripetuti, riuscimmo a saltare fuori. Dio sa come ci riuscimmo. Avevamo le ginocchia ed i gomiti graffiati e sanguinavamo. I nostri vestiti erano strappati e coperti di fango. Velocemente raggiungemmo il Mandir. Mentre pensavamo di passare velocemente sul retro dell'edificio, vedemmo Sai Narasimha Murthy in piedi vicino al cancello. Sembrava più feroce del leone ed i suoi occhi sembravano più spaventosamente rabbiosi degli occhi del leone. Eravamo riusciti a scappare dal leone, ma come potevamo fuggire da questo Re dei Leoni? Eravamo senza forze. La velocità della nostra corsa diminuì. I nostri cuori battevano forte. "Ehi, voi! Venite qui!" Egli chiamò Murthy a voce alta, il suo tono aveva il rimbombo del bronzo. Mentre ci avvicinavamo, Murthy ricevette un risuonante schiaffo sulla faccia. Io tremavo. Tirandomi l'orecchio, egli disse:"Ti salvi solo perchè sei una ragazza. Va dentro." La mamma era di fronte a noi. Picchio me e mio fratello sulla testa con le nocche della mano. Sin dall'infanzia, ne ho prese tante grazie a Murthy. Bene, non è il risultato di una pessima amicizia?" (12)

L'evidente vantaggio del racconto Hemchand è che esso è molto accurato riguardo al fattore della testimonianza oculare e presta grande attenzione ai dettagli, specialmente riguardo al modo per entrare nella caverna (13). Inoltre, Sai Baba stesso le raccontò la storia, e proprio prima di narrare la storia della caverna, Hemchand scrive che Sai Baba rivelò che questo era accaduto circa sei mesi dopo il suo 13esimo compleanno. Associando questo con la storia standard, possiamo presumere che questo incidente della grotta sia accaduto subito dopo che il giovane Sathya dichiarò di essere la reincarnazione di Shirdi Sai Baba e di lasciare la sua casa e imbarcarsi nella sua missione (14). A questo punto, le domande ovvie, sarebbero:

1) Perchè Sai Baba deliberatamente si nascose in una caverna sotterranea a Puttaparthi per un periodo di sei mesi?

2) Cosa faceva, mentre era nella caverna?

3) Poichè c'era del materiale per scrivere ed una copia del Bhagavad Gita nella caverna, cosa scriveva?

4) La caverna è visibile anche oggi?

La storia fotografica:

Esiste una foto del giovane Sai Baba seduto su una pelle di tigre in una posizione yoga a gambe incrociate e con un rosario tra le mani. Dalle biografie standard, siamo portati a credere che questa foto sia stata scattata in seguito al regalo di questa pelle di tigre e che i devoti del giovane Sai abbiano insistito affinchè egli posasse come uno yogi per la loro gioia. Anche se si crede che Sai fosse fortemente contrario, alla fine accettò e la foto fu scattata (15).

 

Certamente non abbiamo ragione di credere che ai racconti gloriosi delle biografie standard prima di tutto perchè non possiamo considerarle davvero autentiche, a causa della censura hitleriana imposta da Sai Baba sulla sua famiglia e sugli abitanti del villaggio. Così, non abbiamo modo di sapere se questa storia riguardante questa fotografia è vera o falsa. Per quanto riguarda l'osservazione diretta, questa fotografia semplicemente dipinge il giovane Sai Baba in una posizione yoga. NON c'è ragione di non credere che egli non stia davvero facendo yoga, poichè tutto il necessario per lo yoga è presente, il rosario in mano, Baba seduto nella posizione del loto (padmasana), e la pelle di tigre. Il dio Hindu Shiva è spesso ritratto mentre indossa o siede su una pelle di tigre, e questa come risultato viene considerata adatta per lo yoga (16). Sai Baba ha anche il torso nudo ed un leggero sorriso sulla faccia, che suggerisce che egli abbia posato volontariamente per la foto senza alcuna coercizione.
Naturalmente si può esssere tentati di pensare che Sai Baba abbia trascorso sei mesi nella caverna sotterranea per sottoporsi ad intensa austerità e per studiare il Bhagavad Gita, prima di emergere come l'incarnazione di Dio, che egli adesso dice di essere. Lo stesso Sai Baba ammette di essere stato nella grotta, ma si sa del suo categorico divieto a parenti e devoti di parlare della sua infanzia fino almeno al 1971. E' possibile che questa copertura sia portata avanti per perpetuare il mito del "Dio Vivente" sulla terra. Di conseguenza le biografie standard sono piene di descrizioni lusinghiere di avvenimenti forse inventati. Particolarmente fantasiose sono le descrizioni dei leela e miracoli di Sai Baba nel libro "Baba Satya Sai" di Ra Ganapathi.

La connessione con Shirdi

L'ideale di povertà e di austerità viene eccezionalmente elevato quando si leggono i libri su Shirdi Sai Baba. Un esempio religioso è l'abitudine di Shirdi Baba di portare un danda (17). Poichè il giovane Sathya sosteneva di essere una reincarnazione del vecchio santo, può valere la pena di notare alcuni punti di somiglianza tra i due.

E' risaputo dalla letteratura su Shirdi che Shirdi sai Baba spesso sottolineava di aver trascorso un lungo periodo di isolamento sotto la guida del suo guru. Ad un devoto, il vecchio Baba disse di aver vissuto in una caverna sotterranea mangiando foglie per dodici anni. Nel suo libro"Sai Baba il Maestro", Acharya E. Bharadwaj include la seguente storia:

"Baba una volta raccontò a Shri Sai Sharananandaji, indicando una colonna vicino al fuoco sacro nella moschea...che c'era una caverna lì sotto nella quale egli si nascondeva sempre, tanto che una volta la sua barba crebbe talmente da toccare il pavimento e spazzarlo...Gettando luce sulla sua vita durante questo periodo, una volta Sai Baba ammonì Sagunmeru Naik "Cosa? Non riesci a sopportare il digiuno per due giorni? Sono vissuto mangiando foglie per 12 lunghi anni" (18).

Il parallelo con Sathya Sai si può notare immediatamente: la grotta sotterranea. Infatti, fu Meher Baba, un maestro Sufi del 20esimo secolo che aveva incontrato Shirdi Baba nell'infanzia, che fornì la conferma che Shirdi Baba aveva "praticato un rigido ascetismo per molti anni" nella stessa caverna che era stata precedentemente usata da Zar Zari Zar Baksh, un maestro Sufi del 13esimo secolo dell'Ordine Chishtiyya (19). Se questa sia la stessa caverna dove Shirdi Baba risiedette per 12 anni non è chiaro, ma non si può negare il fatto che Baba abbia in effetti praticato un intenso ascetismo per un lungo periodo in una caverna sotterranea prima della sua apparizione a Shirdi. Un'altra interessante storia di HH Narasimha Swamji nel suo libro "Documenti e detti di Sri Sai Baba" dice questo:

"Nel 1886 Baba disse a Mahalsapathy:"Sto andando da Allah. Abbi cura di questo corpo per tre giorni: Se ritornerò, ci penserò io da quel momento in poi. Altrimenti, seppellisci questo corpo in quella terra laggiù (indica la terra) e metti due segnali per riconoscere il posto dove il mio corpo è piazzato. Poi il respiro, il polso, la circolazione di Baba, tutto si fermò ed il suo corpo divenne un cadavere. Il capo del villaggio e la Polizia aprirono una inchiesta e ordinarono a Mahalsapathy di seppellire il corpo, ma egli lo impedì...Al terzo giorno, Baba ritornò cosciente. Il respiro ricominciò e si vide il suo addome che si muoveva. Poi  gli occhi di Baba si aprirono e la vita ricominciò" (20).

Questa storia è notevole per un punto significativo: Shirdi Sai Baba chiaramente dichiara che egli "sta andando da Allah". Molti biografi di Shirdi hanno notato che dopo questo incidente nel 1886, Shirdi baba sembrò essersi evoluto ulteriormente nel suo ruolo di grande santo e alla fine aveva raggiunto lo scopo finale dell'illuminazione (21). E' una caratteristica dei devoti di Sathya Sai insistere sul fatto che i 3 Sai (Shirdi Sai, Sathya Sai ed il futuro Prema Sai) sono complete e divine incarnazioni intese per la redenzione del mondo, e di solito fanno riferimento a Shirdi Baba, le sue vite passate le prove di austerità per raggiungere la sua nobile posizione. Questa proposta è totalmente sconfitta almeno nel caso di Shirdi Sai, nella cui letteratura ci sono riferimenti a vite passate e spettacolari descrizioni dell'austerità a cui egli si sottopose. Ammesso che un devoto di Sathya Sai creda che Shirdi Baba subì privazioni e raggiunse l'illuminazione, e che egli sia rinato come Sathya Sai baba, ci si potrebbe chiedere perchè egli dovette di nuovo isolarsi in una grotta a Puttaparthi per sei mesi, presumibilmente per praticare intenso yoga e studiare il Bhagavad Gita?

Conclusione

Uno dei pensieri che ha ossessionato la mia mente mentre scrivevo questo documento riguardava la quantità di storie reali su Sai Baba che sono state nascoste, soppresse, bruciate o cancellate, e come questo specifico aneddoto sulla grotta sotterranea sia inavvertitamente stato riferito dai devoti. Chi sa cosa altro potrebbe essere rivelato?(22) Chi sa davvero perchè Sai Baba si era nascosto in una caverna per sei mesi? Chi sa quale effetto questo può aver avuto sul suo sviluppo psicologico e perchè egli abbia dichiarato di essere una incarnazione di Dio? Chi sa se egli dice la verità riguardo al fatto di non aver praticato il sadhana? I Fatti sul caso sono:

1) Sai Baba fu considerato scomparso per un periodo di sei mesi all'età di 13 anni. Questo fatto non è stato incluso nelle sue biografie standard fino a poco tempo fa. Perchè?

2) Sai Baba stesso ha ammesso pubblicamente di essere sparito per sei mesi. Molti devoti dovevano già saperlo, eppure nessuno lo ha mai raccontato pubblicamente. Perchè?

3) Sai Baba stesso ha detto che nella caverna c'era del materiale per scrivere ed un Bhagavad Gita. Egli lo stava studiando? Se è così, perchè?

4) Sai Baba era furioso quando i due ragazzini trovarono la caverna e la esplorano. Perchè?

5) Sai Baba posò come uno yogi e permise che gli facessero una fotografia, malgrado sostenga di essere una incarnazione di Dio e che i suoi poteri sono naturali. Perchè?

6) Sai Baba ha proibito a parenti e devoti di parlare della sua infanzia. Perchè?

7) Shirdi Sai Baba spesso raccontava storie delle sue vite passate e del sadhana che aveva intrapreso. Sai Baba sostiene di essere una reincarnazione di Shirdi Sai Baba e che entrambi sono divine incarnazioni. Perchè?

Lascio che sia il lettore a decidere le risposte, ma forse solo quando queste domande (e molte altre) avranno delle risposte potremo sciogliere il mistero di Sathya Sai Baba, dei suoi miracolosi poteri e della loro origine divina. A queste domande potrebbe rispondere lo stesso Sai Baba attraverso la testimonianza di Krishna Kumar, il fratello più vecchio di Vijaya Hemchand e devoto dal 1946:

"Molte persone direbbero:"Baba, devi mostrarmi qualche miracolo!" Egli direbbe:"Ti mostrerò qualcosa, ma tu ancora non crederai ai miracoli. Allora, cosa devo fare? Devi imparare da solo. E' possibile. Ma anche allora non saprai spiegarlo agli altri. potrai solo apprezzarlo" (23).


(1) 9 giugno 1974, Sathya Sai Speaks IX, 88-92
(2) Gurupurnima, 6 luglio 1963
(3) Mahashivaratri 1955
(4) 17 maggio 1968
(5) Compleanno del 23 novembre 1968
(6) Brani tratti da "Is Sai Baba God?" di M.R. Kundra
(7) Schulman, Arnold "Baba", New York, Viking Press, 1971
(8) Srimad Bhagavatam 1.2.17
(9) DLBSSSB, pag 20
(10) Quando scrissi questo documento, non fui in grado di trovare menzione alla pelle di tigre nel Sathyam Shivam Sundaram, la biografia autorizzata di Sathya Sai Baba. La biografia Ganapathi racconta la storia del modo in cui la pelle di tigre arrivò a Puttaparthi, ma non fa menzione alla posa da yogi nella foto da parte di Sai Baba.
(11) DLBSSSB, pag 20
(12) "Anyatha Saranam Nasthi" pag 219-221
(13) Vale anche la pena di notare che Vijaya Hemchand è anche la figlia di Radhakrishna Chetty di Kuppam, che u presumibilmente resuscitato dalla morte da Sai baba all'inizio degli anni '50
(14) Nel suo libro "Lord of the Air", Tal Brooke riferì che gli abitanti del villaggio di Puttaparthi lo avevano informato che la fonte del potere di Sai Baba era un "antico lingam su una collina". Il lingam non è mai stato trovato.
(15) Non sono riuscito a trovare questa storia in nessuna delle biografie ufficiali e l'ho riprodotta basandomi sulla memoria.
(16) Si reputa che la pelle di tigre abbia anche delle proprietà spirituali che possono essere utilizzate dagli yogi per ottenere i loro scopi. Nel Bhagavad Gita 6.11-12 Krishna avverte:"Per praticare lo yoga, bisognerebbe andare in un luogo tranquillo, stendere sul suolo una pelle di daino e vestiti morbidi. Non bisognerebbe stare troppo in alto nè in basso e bisognerebbe essere in un luogo sacro. Lo yogi dovrebbe essere seduto fermamente e dovrebbe fare yoga controllando la mente ed i sensi, purificando il cuore e fissando la mente in un punto". Si crede che anche la pelle di daino abbia delle proprietà spirituali, ma per coloro che seguono la scuola filosofica di Shiva, la pelle di tigre è migliore.
(17) Un danda è un simbolo di rinuncia e viene portato principalmente dai sannyasi, coloro che hanno abbandonato la vita materiale ed i piaceri alla ricerca di Dio. Shirdi Sai portava un danda, e un danda fu trovato anche nella caverna di Puttaparthi. La sua divina grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada spiegò in questo modo il significato del danda:" I sannyasi Mayavadi, essi portano ekadanda, un bastone. Noi sannyasi Vaisnava portiamo 3 danda, o 3 bastoni, combinati insieme. Un bastone è il simbolo della comprensione dell'unicità. Invece i tre bastoni ci garantiscono che abbiamo dedicato la nostra vita al servizio di Krishna in 3 modi, cioè con il nostro corpo, la mente e le parole." Lettera a Rupanuga.
Il fatto che Sathya Sai avesse un danda nella sua caverna suggerisce ancora di più il fatto che egli possa aver fatto sadhana e che la sua dichiarazione di divinità possa essere falsa.
(18) "Sai Baba the Master", Acharya E. Bharadwaj, pag.27
(19) Munsiff, "Hazrat Sai Baba di Shirdi", pag.51
(20) "Sri Sai Baba's Charters and Sayings", HH Narasimha Swamiji, pag 134
(21) Unravelling the Enigma" Marianna Warren, pag 125
(22) La mia esperienza personale con l'albero Kalpa Vrisksha è mistificante. L'ultima volta che sono stato a Puttaparthi fu nei primi mesi del 2000. Feci visita all'albero come ho sempre fatto in ogni viaggio. Questa volta sono andato con amici e abbiamo deciso di esplorare la zona intorno all'albero. Scoprii che arrampicandomi su una certa roccia potevo sollevarmi più in alto dell'albero e potevo anche vedere la parte posteriore dell'albero. Vidi molti piccoli pezzi di carta attaccati ai rami dell'albero e pensai che fossero preghiere scritte dagli innumerevoli devoti che avevano visitato l'albero nella speranza di ricevere una risposta. Non fui in grado di vedere alcuna entrata per alcuna caverna tranne che la parte davanti dell'albero stesso, che adesso viene considerata come un santuario e presidiata da una anziana signora o da un devoto. Ricordo di aver sbirciato nella caverna e di essere rimasto meravigliato da quanto fosse stretta. Era la stessa in cui Sai Baba restò per sei mesi?
(23) "Miracles are my visiting cards" Erlendur Haraldsson, pag 124.

Bibliografia: 

Bharadwaja, E. Sai Baba the Mater. 5th ed. Ongole, A.P.: Sree Guru Paduka Publications, 1996. 

Brooke, Tal Avatar of Night: The Hidden Side of Sai Baba. New Delhi, Tarang Paperbacks, 1984 (1st ed. in 1972). 

Ganapathi, Ra. Baba Satya Sai Part 1. 3rd ed. Madras: Divya Vidya Trust, 1991. 

Haraldsson, Erlendur, Miracles Are My Visiting Cards, 1st ed. London: Century, 1987. 

Hemchand, Vijaya, Anyatha Saranam Nasthi. 1st ed. Chennai: Sai Shriram Printers, 1999. 

Kundra, M.R. Is Sai Baba God? 

Munsiff, Abdul Ghani. “Hazrat Sai Baba of Shirdi.” Meher Baba Journal (Ahmednagar) 1 (1938-39), pp.46-56. 

Narasimhaswami, B.V. Sri Sai Baba’s Charters and Sayings. 6th ed. Rpt; Madras: All India Sai Samaj (Regd.), 1955-56. 

Prabhupada, A.C. Bhaktivedanta Swami, Srimad Bhagavatam First Canto Part One. 6th ed. Germany, The Bhaktivedanta Book Trust, 1991. 

Purnaiya, Nagamani, Divine Leelas of Bhagawan Sri Sathya Sai Baba. 3rd ed. Sree Venkatesa Printing House: Chennai, The House of Seva, 1991. 

Schulman, Arnold “Baba”, New York, Viking Press, 1971. 

Warren, Marianne. Unravelling The Enigma: Shirdi Sai Baba in the Light of Sufism. 1st ed. Sterling, New Delhi, 1999.