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di
Brian Steel Sito web: http://bdsteel.tripod.com/index.html Data: 7 luglio 2002
Questo
è quello di cui c'è bisogno! Fatti ben ricercati, ed una analisi intelligente
e ben riportata! Grazie Sanjay Dadlani! Questo meticoloso lavoro di indagine e
la sua presentazione ci dice molto e solleva molte altre importanti questioni a
cui alla fine si risponderà (Sanjay o qualcun altro). Io spero che Sanjay
Dadlani pubblicherà dell'altro, e presto. Per esempio un altro importante pezzo
del puzzle di Sai Baba, che non ha attirato l'attenzione che merita, e per il
quale Sanjay sembra qualificato, sono la storia e la spiegazione dell'incidente
dello scorpione e le conseguenti Avendo detto questo, potrei offrire uno o due punti in più alla narrazione di Sanjay. A causa di ciò che ha svelato, i riferimenti che sto per fare hanno un doppio significato, così essi aumentano il valore di ciò che egli ci ha offerto, come vedrete. I punti che seguono sono tutti presi (o citati o parafrasati) dall'indispensabile Love is My Form, vol. I (LIMF). Molti di essi sono il risultato delle interviste dei devoti sopravvissuti. Tutte le 237 pagine si riferiscono all'episodio delle "colline". Prima di dare i dettagli, è molto significativo notare che, nonostante le 700 pagine del LIMF diano specifici dettagli sugli anni dal 1926(?) al 1950, su questa pagine particolarmente rivelatrice ed importante, non c'è NULLA di specifico su quello che Sai Baba ha fatto nella grotta durante i 6 mesi (solo pettegolezzi, in realtà). Questo è precisamente ciò che Sanjay Dadlani ha pazientemente messo insieme, e rivelato! Così al lettore del LIMF non rimane che domandarsi perchè il libro ometta questi rilevanti dettagli sullo sviluppo di Sai Baba. La risposta è ovvia, dal momento che il LIMF, malgrado i suoi contributi inestimabili di nuovi fatti, è scritto da devoti. Quindi, la storia viene affidata a brani come quello di Sanjay per riempire questi "buchi" quasi certamente deliberati nella letteratura ufficiale. I dettagli Il
resoconto del LIMF (pag 237) suggerisce che, in seguito alla sua dichiarazione e
al suo ritorno da Uravajonda, Sai Baba aveva vissuto nella casa della sua
protettrice bramina benestante, Karnam Subbamma (una delle due mogli del defunto
Karnam). Comunque, c'era l'opposizione del villaggio alle sue attività e
specialmente alla sua situazione di non-bramino, e al numero di persone che
visitavano Sai Baba in quella casa. Subbamma fu quindi sottoposta a forti
critiche da parte degli abitanti del villaggio. Al punto che Sai Baba non poteva
entrare in cucina e doveva parlare con Subbamma fuori dalla casa. Il
risentimento contro la presenza di Sai Baba nella casa di Subamma crebbe e ci fu
un tentativo di esiliarlo a Bukkapatnam, ma anche in quel villaggio ci si
opponeva alla sua presenza e alle sue attività. Il LIMF
continua:"Scacciato dalla gente rozza, Baba si trasferì in alcune grotte
nella collina, situate dall'altro lato del fiume Chitravathi, vicino
Janakampalli. Stette lì per un pò di tempo, probabilmente 6 mesi con qualche
breve interruzione per delle visite. Anni più tardi, Baba confessò che i
parenti di Subbamma avevano reso la sua permanenza nella casa di Karnam
intollerabile...Egli scrisse perfino ai suoi seguaci di Bangalore, Madhava Rao e
Sankaramma, "Sono sulle colline. Non sono ancora tornato al villaggio"
(lettera da un archivio privato). In questa situazione così tesa, uno Swami locale (Kothacheruvu) chiese alla famiglia di Sai Baba se egli poteva prendere il ragazzo come sua guardia e come futuro successore, ma Easwaramma rigiutò il permesso. Questo avvenne quando Subbamma intervenne ancora una volta per permettere a Sai Baba di risiedere in una capanna su un isolato pezzo di terra. Questa, accidentalmente, deve essere la capanna della quale Sai Baba stesso ha raccontato la storia, quando fu quasi bruciato vivo da un codardo attacco da parte degli abitanti del villaggio. (A memoria, mi pare che Sai Baba parlò più o meno seriamente di questo incidente a un gruppo di cattivi ragazzi del luogo). Questo semplicemente sottolinea il fatto che il risentimento degli abitanti di Puttaparthi nei confronti di Sai Baba era ancora molto forte. (LIMF, pag 241). [Intervista con Karnam Kamalamma, 21 aprile 1998. Kamalamma era l'altra vedova del defunto Karnam]. (Per coloro che sono interessati, vorrei sottolineare che io ho introdotto alcuni fatti interessanti riguardo all'opposizione del villaggio al giovane Sai Baba (ed altri fatti che rivelano i suoi dubbi all'epoca) nel capitolo 7 del mio Sathya Sai Baba: Dio o Guru? (Novembre 2001), ma la versione riveduta del capitolo non è ancora stata pubblicata sul mio sito). Nella stessa intervista, ci viene raccontato che in un altro incidente "Baba fu legato e buttato giù per la collina". Inoltre, Kamalamma rivela tutto questo anni più tardi, che fu lei a convincere Subbamma - l'altra vedova - a donare un pezzo di terra a Sai Baba perchè lo usasse. Questa terra fu immediatamente registrata il 21 luglio 1945 - questo ci da una data importante su cui lavorare - e con l'entusiastico lavoro dei devoti di Sai Baba, inclusi alcuni da Bangalore, e la generosità di un benefattore di Bangalore, il primo mandir fu costruito e inaugurato solo 5 mesi più tardi (15 dicembre 1945), ma per quell'epoca Subbamma era morta (25 novembre 1945). Una storia affascinante (vedere l'intero capitolo nel LIMF, pag 237-265). Spero che qualcuno la continui. |