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Serve
aiuto?
Se
avete bisogno di sostegno per aiutare un familiare o un amico che
è rimasto imbrigliato nella rete di Sai Baba e della sua
organizzazione, potete rivolgervi a:
Ecco
alcuni articoli e lettere che possono aiutarvi a riprendervi. Per
molti degli ex devoti alcuni articoli potranno sembrare esagerati
ma per qualcuno i problemi emotivi e anche i traumi sono molto
reali.
"Fa
male" di Jan Groenveld (Cult Awareness &
Information Centre, Australia) "FA MALE scoprire
di essere stata ingannato - che quella che tu pensavi essere
'l'unica vera religione', 'il sentiero per la libertà
totale', o 'verità' era in realtà un culto..."
Situazione
psicologica di ex membri di gruppi religiosi
restrittivi Messaggio di Andries Krugers Dagneaux,
tratto da: "sai
baba - anti christ?" - Quick Topic
Discussion Board, messaggio 1339
Lettera
di Marina de Kraker "Cari amici, il mio cuore
è con coloro che si trovano nel mezzo del turbamento
interiore, che continuano a sentire la sofferenza a causa delle
ripercussioni..."
L'abbandono,
dal libro di David V. Barrett "The
New Believers - Sects,
'Cults' and Alternative Religions",
UK
2001, ISBN 0304355925
- Recensione
su ntlworld.com -
Recensione
su amazon.com
Questo libro tratta molti nuovi
movimenti religiosi/culti ma Sathya Sai Baba, sfortunatamente,
non è uno di questi.
Le parti seguenti di questo
libro sono molto utili: - dal capitolo 5: "Così
difficile dire addio: problemi nel lasciare un movimento" -
dalla sezione: "Condizionamento e superamento": "Tutti
noi siamo condizionati dai nostri genitori, dalla nostra scuola,
da molti altri fattori della nostra crescita. ... Il nuovo
condizionamento di qualcuno che si è unito ad un movimento
religioso ha sopraffatto i precedenti 20 o 30 anni di
condizionamento parentale e sociale. Una volta che si è
verificato, può essere molto difficile da scuotere. Il
membro non solo ha nuove credenze, che ha appreso in modo tale
che esse sono internamente consistenti e completamente logiche;
ha anche creato dei legami con un nuovo gruppo di amici; ha anche
avuto una potente esperienza religiosa; ha anche appreso a
riverire ed amare il profeta o fondatore della nuova religione ed
i suoi insegnamenti (di lui, più raramente, di lei); ha
anche forgiato una nuova forte dedizione a Dio. Tutto questo è
molto reale. Aspettarsi semplicemente che egli possa gettare via
tutto e tornare alla "normale" religione della sua
gioventù, senza una lotta titanica, non è
realistico. ... C'è un ulteriore fattore. Nel
movimento, al membro è stata insegnata la Verità.
Come può, conoscendola, voltargli le spalle? Come
Christine nell'esempio precedente, come può rischiare di
perdere la salvezza e andare all'inferno? Se ci credi davvero,
questa può essere una paura autentica. ... Spesso,
le persone con con un forte credo religioso dicono "So che
ciò è vero" piuttosto che "Credo che ciò
sia vero". Questo si applica ai molti cristiani delle più
importanti chiese, specialmente le rinate chiese evangeliche,
così come alle persone di molte delle religioni
alternative. E' una profonda convinzione di credo, una
certezza. Questo è ciò che rende così
difficile discutere con qualcuno del suo credo, quando si tenta
di persuaderlo a lasciare il movimento. Semplicemente essi sanno
di avere ragione. Qualunque argomento logico si possa opporre,
questo è irrilevante. ... Effettivamente, essi
scambiano un insieme di certezze per un altro - che non ha il
riconoscimento sociale dell'appartenenza ad un culto. Che dire
degli altri, quelli che non si convertono ad un'altra fede? Un
estraneo, forse un genitore preoccupato o un amico, o un
"premuroso di professione", chiede loro di abbandonare
l'assoluta certezza che hanno, la sicura, solida conoscenza che
hanno ragione, per rimpiazzarla con.... cosa? Con i dubbi e le
incertezze che la maggior parte delle persone, quelle che non
sono devoti praticanti, hanno. Non c'è da sorprendersi
se molte persone scelgono di rimanere con il loro movimento anche
se ci sono altre cose in esso che sono meno ideali".
Dalla
sezione "Amicizia, istituzionalizzazione e
investimento": "Un membro di qualunque
movimento religioso può sentire un legame tremendo con gli
altri membri. Essi condividono un insieme comune di credenze; e
hanno condiviso esperienze. Hanno adorato, pregato e studiato
insieme; sono stati insieme sotto la pioggia, a predicare ai
passanti o (specialmente nei primi giorni dei Moonies e degli
ISKCON) vendendo fiori o candele o libri 'per una donazione'.
Questo unisce le persone, le rende un solo corpo, molto più
che una folla di tifosi ad una partita di calcio o ad un festival
rock. Anche nel mondo secolare la gente spesso scopre che, se si
unisce ad un'organizzazione - un gruppo politico, ambientale o di
beneficenza, per esempio - la maggior parte delle persone con cui
trascorre il proprio tempo sono i membri dello stesso gruppo. Per
qualcuno in un movimento religioso, questo è ancora più
vero; tutti i loro amici intimi, tutte le persone di cui si
fidano sono membri. Non solo essi non possono avere amici al di
fuori del movimento, essi hanno imparato a non fidarsi di
nessuno, al di fuori di esso. Inoltre, come i primi cristiani,
hanno affrontato le persecuzioni insieme - un altro forte legame.
Tutto questo è ancora più forte se vivono in una
comunità, grande o piccola che sia. Se se ne vanno, non
solo abbandonano il loro credo, che è abbastanza
difficile,; essi abbandonano i loro amici - la loro
famiglia. Essi stanno voltando le spalle a tutto quello che
conoscono e amano e di cui si fidano. Sia socialmente che
spiritualmente, l'amicizia è una parte importante
dell'appartenenza ad un movimento; lasciarsela dietro non è
facile. Una volta che un membro prende la decisione di
andarsene e la porta fino in fondo, c'è un ulteriore
problema psicologico che potrebbe dover affrontare. Una volta che
è fuori, ripensando a quello che ha fatto, a quello a cui
ha creduto, a come ha vissuto per gli ultimi anni, dal punto di
vista totalmente nuovo di un ex membro, potrebbe essere scioccato
dall'ammontare di tempo e di energia - una parte della sua vita -
che ha sprecato, gettato via, consegnato a qualcosa che era così
piena di contraddizioni e idiozie e brutture. Come ha potuto
essere così stupido?L'anticipazione di questa
consapevolezza può essere parte di ciò che rende
così difficile per qualcuno l'abbandono, anche se lo
desidera disperatamente".
Paul
Martin sul trauma, dal libro di Michael Langone "Recovery
from Cults: Help for Victims of Psychological of Spiritual
Abuse", 1995, ISBN 0-393-31321-2
Paul R.
Martin, Ph. D. è il direttore del "Wellspring Retreat
and Resource Center di Albany, Ohio
(http://wellspringretreat.org/),
un centro di riabilitazione per ex-devoti.
Dal capitolo
10: "Il recupero dopo il culto: la riabilitazione della
stima": "Capire il trauma. Nel tentare di
capire quello che è accaduto all'ex devoto, spesso è
utile utilizzare il modello della vittima o del trauma. Secondo
questo modello, la vittimizzazione e l'angoscia conseguente sono
dovute alla frantumazione di tre principi basilari nella
considerazione del mondo e di sé stessi. Questi principi
sono: 'la certezza dell'invulnerabilità personale, la
percezione del significato del mondo e la percezione della
positività in sé stessi' (Janoff-Bulman, 1985, p.
15). Gli ex devoti sono stati traumatizzati, ingannati,
comandati, usati e, spesso, emotivamente, fisicamente,
sessualmente e mentalmente abusati mentre servivano il gruppo e/o
il leader. Come altre vittime di traumi (per esempio di atti
criminali, violenza e gravi malattie), gli ex devoti spesso
sperimentano i dolorosi ricordi del loro coinvolgimento nel
gruppo. Essi perdono anche interesse nel mondo esterno, si
sentono distaccati dalla società e possono mostrare
limitate emozioni (Janoff-Bulman, 1985, pp. 16, 17)".
Risposta
di Frank Morales "Caro Exit Baba, Namaste.
Grazie per la tua gentilissima lettera. Non c'è bisogno di
dire che la massiccia risposta che ho avuto dalla maggior parte
degli attuali seguaci di Sai..."
Lettera
aperta ai seguaci di Sathya Sai Baba "La forte
comunità globale Hindu e Yoga ha ricevuto una serie di
shock collettivi durante gli ultimi mesi mentre è
diventato sempre più chiaro che una delle sue più
popolari figure è colpevole di massicci abusi..."
La
storia di Bettina Woolard sulla perdita di fede e l'abbandono
dell'organizzazione "Mio
marito ed io siamo stati devoti dell'uomo che va sotto il nome di
Sathya Sai Baba per nove anni. Eravamo interessati al suo
movimento con tutto il nostro cuore e la nostra anima, credendolo
genuinamente divino..."
Cosa
credere, secondo Glen Meloy "Cari ex devoti,
devoti, amici e sostenitori della Verità e della Bontà,
mentre riflettevo sulle mie necessità di avere un Dio come
mio Guru personale, e mentre erroneamente pensavo che egli avesse
preso forma umana a Puttaparthi..."
Diario
di Alexandra Nagel "Non
so se vi affliggerò con pagine e pagine di testi scritti
durante il mio soggiorno nell'ashram di Sai Baba e le poche
settimane successive la mia partenza da lì. Avevo scritto
tutto a pezzi, ed ho stampato tutto oggi, giovedì 5 marzo
1992. Alcune delle frasi.... ahi! Mi viene la pelle d'oca
all'idea che qualcuno legga!..."
Sopravvivere
al culto Eckankar "Possano
i tuoi giorni essere pieni delle benedizioni e delle gioie di
tutte le età. Possa tu sconfiggere ogni tua paura in
questo giorno riempiendoti dell'amore che è Eterno Possa
tu sorridere ancora e che il tuo porti altri sorrisi..."
Alcuni
forum di discussione su Sathya Sai Baba (in inglese) Qui
puoi indirizzare i tuoi dubbi, le domande e i contributi.
Probabilmente riceverai un'utile risposta dagli altri. Nei forum
possono esserci discussioni accese, off-topic o non amichevoli.
Ci sono molti differenti tipi di partecipanti. Fai
attenzione perchè chiunque può leggere i tuoi
messaggi quindi pensaci due volte prima di usare il tuo vero
nome: -
http://clubs.yahoo.com/clubs/sathyasaibabadiscussionclub -
http://clubs.yahoo.com/clubs/sathyasaibaba -
http://clubs.yahoo.com/clubs/sathyasaibabaexposeforum
Mailing
list del "Cult Awareness & Information Centre",
Australia "Nel
frattempo, lasciateci offrire le nostre condoglianze a tutti
coloro che hanno subito dolorose privazioni e maltrattamenti in
questa situazione, ai quali non è stato consentito il
ricorso alla giustizia né compensazione di alcun tipo e
non ultimi gli innumerevoli seguaci di Sai Baba che hanno
sacrificato così tanto tempo, energia e anche denaro con
tali buone intenzioni e fede cieca (senza dimenticare che i buoni
servizi sociali ed i lavori vengono in realtà finanziati e
portati avanti da loro). Il processo di auto-liberazione dalla
persona e dal simbolo di Sai Baba come Dio - reso inevitabile
dall'enorme conflitto tra le sue parole e le sue azioni - può
essere lungo e doloroso. Comunque si possono ottenere una
maggiore autostima, fiducia e realizzazione personale".
"La
carneficina nella camera da letto di Baba", commento di
Ernest C. Owen sul nuovo libro di Basava Premanand "Murders
in Sai Baba's Bedroom" "L'omicidio dei sei
devoti negli appartamenti di Baba nel tempio di Prashanti Nilayam
il 6 giugno 1993 non è mai stato 'ufficialmente' risolto,
le indagini alla fine sono state invalidate dal Governo indiano
secondo gli espressi desideri dell'ashram. Il libro di 800 pagine
recentemente pubblicato dallo scettico Basava Premanand rivela i
crimini presentando tutti i fatti noti e il loro possibile
significato..."
Le
regole di Anne per la ripresa degli ex ardenti devoti Anne
Briggs viene da un culto cristiano e sarebbe lieta di
corrispondere con chiunque voglia condividere la sua esperienza.
Scrivete a: Annbrigg@aol.com
"Questo
NON è il modo in cui io mi sono ripresa, piuttosto è
il modo in cui vorrei averlo fatto... ma alla fine ci sono
riuscita. Se dovessi rifarlo: 1) mi concederei abbondanza di
tempo e spazio per dolermi della mia perdita. Quando abbandoni un
culto ti lasci dietro qualcosa che è stato una gran parte
della tua vita quotidiana, pensieri, emozioni e azioni. Per
non parlare di tutte le relazioni che improvvisamente vengono
troncate. Quando tutto questo è finito, c'è un
vuoto immenso. Non cercare di colmarlo in fretta con
qualcos'altro. Non censurare le tue sensazioni. Il dolore fa male
ma cura e diminuisce col tempo. 2) Mi prenderei il tempo per
rimettere in sesto la mia fede. Questo funziona meglio quando il
dolore non è così acuto. Porta alla luce tutto
quello che ti era stato insegnato ed esaminalo. Un diario può
essere d'aiuto. Esamina ogni cosiddetta verità che
accettavi nel culto, elemento per elemento. Chiediti: credo
ancora in questo? Perchè o perchè no? Cosa non va
in esso? In che modo credere in questo ha influenzato la mia vita
ed ha ancora potere su di me? C'è qualche reale verità
che questo credo distorce? Dove posso cercare altre informazioni
sull'argomento, così da poter decidere da sola? 3)
Situerei consapevolmente l'esperienza del culto nel contesto
della mia vita. Quali necessità interiori (se ce ne sono)
mi hanno attirata verso il gruppo? E' parte di un più
ampio disegno nella mia vita che ha bisogno di essere cambiato?
(Notate che ciò non è vero per tutti quelli che
hanno fatto parte di un culto, ma per me lo era). Cosa ho
imparato da questa esperienza? Quali cose buone sono emerse? Come
userò ciò che ho imparato? 4) Non permetterei al
mio cuore di indurirsi; poiché allora il culto realmente
vince! Impara a perdonare e che il perdono e l'accettazione non
sono la stessa cosa. Non so se qualcuna di queste cose sarà
d'aiuto. Potrebbe soltanto dipendere dal modo in cui tu, come
individuo, sperimenti il dolore. Sii molto paziente con te stesso
- come altri hanno detto, ci vuole molto tempo. Vent'anni dopo,
di tanto in tanto, ho ancora a che fare con quella sofferenza. Il
bene è sicuramente nato da essa, poiché ora sono in
grado di aiutare qualcun altro. Con affetto, Anne".
La
lampada magica Messaggio di 'Beyond-the-Form', tratto
da: "sai
baba - anti christ?" - Quick Topic
Discussion Board, messaggio 481 "Forse
chiunque è nato con una lampada magica dentro di sé.
Io non riesco a ricordare quando ero bambino la sensazione di
meraviglia, timore e legame che avevo con Dio. Certamente non ne
avevo più mentre crescevo. La mia lampada magica è
sepolta sotto un migliaio di pezzi di disordine..."
Un
saggio sul lavaggio del cervello di Andries Krugers Dagneaux, un
ex seguace di Sathya Sai Baba "La
parola "brainwashed" (lavaggio del cervello) è
un modo conveniente per caratterizzare un devoto deluso di Sai
Baba e lo uso io stesso ma non credo nel lavaggio del cervello.
E' solo pigrizia intellettuale usare questa parola, nella mia
opinione. Qui sotto tenterò di spiegare cosa è
davvero il lavaggio del cervello..."
Il
virus guru "Un nuovo "virus" è
stato scoperto. Come possiamo dire se c'è la possibilità
di aiuto o se qualcosa di insidioso sta accadendo? I sintomi
variano..."
"The
Guru Papers: Masks of Authoritarian Power" di Joel
Kramer e Diana Alstad, 1993, ISBN 1883319005 Probabilmente
il libro più esauriente, erudito e aggiornato per
esplorare l'autoritarismo nella religione e nelle istituzioni, il
potere, la famiglia, l'intimità e le relazioni sessuali, i
problemi personali come la dipendenza. Clicca qui
per leggere il retro della copertina.
Lo
scenario del tradimento Messaggio di Andries Krugers
Dagneaux, tratto da "sathyasaibabadiscussionclub",
messaggio 5139
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