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Data: 16 aprile 2004
Il presunto “miracolo
dell’aereo” verificatosi ad opera di Sai Baba nell’Atlantico del sud verso la
fine del 1980 viene ancora diffuso come genuino su Internet e nel movimento Sai,
malgrado sia stato dimostrato che è un falso. Ci fu un'accurata indagine da
parte del dott. Leonardo Gutter, il capo dell’Organizzazione Sathya Sai nel Sud
America, che rispose ad una mia e-mail all’epoca con l’informazione che sia
l’aereo che la hostess erano completamente sconosciuti a qualunque linea aerea
che operava laggiù in quel periodo. Né fu possibile rintracciare qualcuno che
fosse su quel volo e la fonte della foto e dell’intero racconto. Inoltre, si
suppone che la foto mostri Sathya Sai Baba nel cielo al di sopra dell’oceano
Atlantico, eppure – stranamente – si può chiaramente vedere un albero con le
foglie (in basso a sinistra) e quelle che sembrano essere cime di palme accanto
alla mano di Baba! Nell’anno 1995 un aeroplano carico di passeggeri volava sul Sud America, quando improvvisamente il motore si bloccò. L’aereo perse rapidamente quota e si inclinò pericolosamente su un lato. Il pilota sapeva che una hostess venezuelana che era a bordo era una seguace di Sai Baba. Egli cominciò a dirle: ”Chiedi al tuo Guru di tirarci fuori da questa disgrazia!” La hostess aveva a stento pronunciato il nome di Sai Baba che la sua figura apparve improvvisamente nel cielo davanti alla cabina. Allo stesso tempo l’aereo riprese quota e il motore ripartì. Il volto di Sai Baba rimase visibile nel cielo per oltre 20 minuti dopo l’incidente – durante i quali la hostess venezuelana scattò la foto. L’aereo raggiunse la sua destinazione senza ulteriori ostacoli. Peggy Mason era l’editrice estremamente non critica della sua rivista, dove ella pubblicava ogni tipo di pettegolezzo senza controllarne le fonti. Venni a conoscenza di questo aspetto dopo aver fatto visita a lei e suo marito, Ron Laing nel 1987. In quella occasione, tra l’altro, Ron Laing mi mostrò l’anello con il “diamante bianco” che egli era convinto fosse stato materializzato davanti ai suoi occhi da Sai Baba. La grossa pietra, con una montatura in oro, era già sbiadita ed era scheggiata e consumata ai bordi (questo non può accadere ai diamanti veri). La pietra era chiusa sul fondo, come sono tutti i diamanti “Sai”, nascondendo la loro origine sintetica ed un pezzo di stagnola per aumentare la brillantezza (questo è stato trovato in tutti gli anelli aperti fino ad ora). |