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Sai Baba mi ha molestato

di John Bright

Tratto da http://www. network54. com/Hide/Forum/106920

Data: 13 novembre 2001 ore 7.49

 

Per me personalmente il dibattito su Sai Baba è finito. La riga finale è questa: sono un americano. Ho vissuto ininterrottamente negli ashrams di Sai Baba dal 1994 al 1996. Come molti devoti che vivono nei suoi ashrams lo seguivo dovunque andasse (il suo ashram a Puttaparthi, Brindavan, Kodaicanal, ecc).

Ero stato completamente ignorato da Baba per la maggior parte dei due anni fino al 1996, quando venni convocato per un'udienza con un gruppo di devoti americani. Durante l’udienza generale, egli me ne concesse una privata. Durante questa udienza privata egli mi molestò sessualmente. Non ci fu spazio per le interpretazioni sbagliate da parte mia e Sai Baba non stava tentando di attivare la mia kundalini né nessuna delle centinaia di altre razionalizzazioni e dinieghi che i devoti e i credenti di Sai Baba contrappongono. Inoltre, non si tratta della mente impura, egoistica, limitata di un semplice mortale che male interpreta un puro dio-uomo le cui azioni scaturiscono da una mente infinita così vasta e complessa che è al di là della capacità di comprensione o giudizio della mente umana, limitata e finita. Le sue azioni erano solo per la sua gratificazione sessuale. (Se sta attivando la mia kundalini, perché dovrebbe tentare di mettere il suo pene eretto nella mia bocca?). Un’altra cosa: se neanche un filo d’erba si muove senza la sua volontà, perché non può semplicemente attivare la kundalini di noi giovani uomini (e, in alcuni casi, ragazzi) solo con il suo sankalpa, o la volontà, o la forza del pensiero? E per quanto riguarda l’argomento che lui lo fa per dare ai devoti il piacere dell’interazione umana con il divino, semplicemente non regge. Chiunque abbia vissuto questa esperienza di solito è seriamente traumatizzato e abbandona Sai Baba per sempre.

Ammetto che è difficile credere in queste storie di molestie sessuali quando leggi quello che Sai Baba insegna (amore universale, l’essere innocuo, nutrire i poveri, aiutare sempre, ferire mai). Infatti, se non avessi vissuto la mia esperienza probabilmente non ci avrei creduto. Quando tornai in America nel 1996 dopo la mia esperienza traumatica con Sai Baba, trascorsi almeno 3 anni tentando di guarire e di mantenere una qualche forma di sanità. Non tentai di raccontare a nessun devoto di Sai Baba cosa mi era accaduto perché sapevo che farlo sarebbe stato futile. Al devoto viene insegnato a non nutrire cattivi pensieri e di scacciarli immediatamente e ogni pensiero contrario al pensiero “Sai Baba è Dio” è decisamente classificato come un pensiero negativo nella mente di un devoto fervente. Fu solo quando vidi il numero di settembre-ottobre 2000 della rivista "Nexus" che cominciai a considerare la possibilità di contattare i devoti e convincerli della verità di ciò che avevo sperimentato. In quel numero c’era un articolo intitolato: “Sai Baba: il Guru fallito?” Per la prima volta lessi "The Findings" di Faye e David Bailey; in esso erano contenute esperienze simili alla mia. Seppi per la prima volta di avere le prove per sostenere la mia storia. Seppi che dopo tutto ci sarebbe stata la possibilità di convincere i devoti di quello che mi era accaduto e scelsi di provare. 

Il primo ed unico tentativo si verificò quando andai a trovare un vecchio amico di Sai. Gli chiesi se aveva sentito delle storie nella rivista "Nexus" e lui rispose di si. Con mia sorpresa egli non sembrava preoccupato e neanche irritato. Ammise anche che era consapevole delle storie critiche su Sai Baba in rete. Disse che vedeva tanta rabbia in essi. Allora, senza scendere in dettagli, gli feci sapere che anche io avevo avuto una simile esperienza. Disse che lui vedeva Sai Baba in modo un po’ diverso dalla maggior parte della gente; che per lui Sai Baba non era Dio ma un advahut (un essere spirituale altamente avanzato che comunque sta ancora scalando la scala spirituale verso la perfezione). Il succo di quello che il mio amico disse è che noi tutti, incluso lui stesso, abbiamo degli appetiti sessuali e che le persone hanno le loro preferenze sessuali. L’incontro fu breve perché aveva un appuntamento e io me ne andai dicendo semplicemente che la sua interpretazione era diversa dalla mia. Mi trasferii in un’altra città e da allora non gli parlai più benché spero che succeda, un giorno. Me ne andai un po’ stordito – dove avevo fallito? Mentre tornavo a casa pensai che il mio amico poteva aver pensato che io stessi attaccando il diritto di scegliere uno stile di vita omosessuale. Non era proprio il caso. Io stavo attaccando un uomo che dichiara di essere Dio, che dichiara di essere libero da tutti i desideri mondani ma che, allo stesso tempo, molesta regolarmente giovani e ragazzi contro la loro volontà. Anche se accettassi il presupposto che egli è un advahut questo ancora non scusa le attività di Sai Baba. Elemento essenziale dell’avanzamento spirituale (almeno nella spiritualità orientale) è la liberazione dagli appetiti terreni e dai desideri mondani. Eppure gli appetiti sessuali di Sai Baba superano i desideri sessuali del cosiddetto uomo medio nel mondo di Maya (illusione) o Samara. Se egli è un advahut allora, per definizione, ci si aspetterebbe che lui abbia raggiunto più auto controllo sui suoi desideri fisici dell’uomo normale. Così, comunque si voglia guardare la faccenda, la tesi del advahut proprio non regge. 

Così, questo mise fine al mio primo e unico tentativo (all’epoca di questo scritto) di parlare con un devoto della mia esperienza. Devo ammettere che capisco il rifiuto di un devoto o di un vero credente in Sai Baba probabilmente meglio degli altri. Ero il peggiore al mondo quando si trattava di negare finchè non fui molestato sessualmente da Sai Baba. Mi rifiutavo di ascoltare qualunque minima critica nei suoi confronti. Se qualcuno ci provava me ne andavo e, se non potevo, mi sarei estraniato come meglio potevo.

Se tenti di raccontare ad un ardente devoto una esperienza come la mia, essi crederanno che tu stia mentendo volontariamente o diranno che la tua mente impura ha proiettato la sua impurità sugli atti puri e disinteressati di Sai Baba. Semplicemente non c’è modo di convincere un vero credente (io ero uno di loro).

Ci sono diversi tipi di devoti di Sai Baba: quelli veramente convinti (o veri credenti) come quelli che ho descritto sopra. Essi rifiutano di ascoltare ogni cosa negativa su Sai Baba e se proprio devono ascoltare non prestano attenzione a ciò che dici. (Io facevo parte di questo gruppo). L’altro gruppo ascolta le dichiarazioni negative su Sai Baba e fingeranno di essere obiettivi ma ancora partono dal presupposto “Sai Baba deve solo essere Dio”; questa ovviamente è la morte di qualunque apertura o obiettività. Come un computer che lavora con un certo programma, essi rifiuteranno qualunque cosa sia contraria al programma – in questo caso il programma è “Sai Baba è Dio” e qualunque cosa indichi il contrario viene rigettato. 

Poi c’è un terzo gruppo di devoti, più rari, che sono davvero obiettivi e ti ascoltano davvero, e prendono in considerazione le nuove prove anche se ciò li mette a disagio.

Per quelli di voi che credono in queste storie di molestie sessuali su Sai Baba credo che sia importante capire questo meccanismo di rifiuto presente nella mente di coloro che non vogliono accettare l’evidenza. Capire questo potrebbe aiutarvi a capire loro. Talvolta anche questa comprensione non è abbastanza, in questi casi tutto quello su cui possiamo contare è la pratica, la vecchiaia, la virtù spirituale della pazienza. Ognuna di queste orrende storie individuali di molestia sessuale è come un mattone, uno, due o tre mattoni da soli, possono a stento essere notati ma, poiché le storie continuano ad arrivare ed i mattoni continuano ad aumentare, viene costruito un muro, e un muro non può essere ignorato. La mia storia è uno di questi mattoni. Da sole queste storie sono deboli ma insieme sono forti. 

Questa è la prima volta in cui condivido la mia storia in un forum pubblico. In ogni caso sono molto interessato a sondare la situazione con questo messaggio. Sono ancora un po’ a disagio nel condividere la mia storia e fino ad ora sono stato molto attento e selettivo sul quando e a chi raccontarla. Davvero non sono sceso molto in dettaglio su quello che è accaduto nella sala delle udienze private con Sai Baba, in questo messaggio, ma posso farlo in futuro in un altro messaggio. Non sono ancora sicuro ma un giorno potrei provare a scrivere una versione completa della mia storia. C’è molto da raccontare e molti dettagli da riferire. 

Nel caso questo messaggio venisse pubblicato altrove, voglio dire che esso è originariamente apparso nella bacheca del sito di Craig Hamilton Parker. Benchè Craig creda che Sai Baba sia quello che dice di essere, egli incoraggia il dibattito aperto su Sai Baba in bacheca e registra le risposte ad ogni messaggio inserito. Se siete interessati al suo indirizzo è: www.psychics.co.uk.

[...]

Vi incoraggio a inoltrare questo messaggio a chiunque possa avere interesse o chiunque possa averne bisogno; io intendo fare lo stesso. Poiché una significativa percentuale di devoti di Sai Baba eviterà i siti completamente critici come la peste, il sito di Craig può essere proprio il posto per raggiungere le persone che hanno bisogno di essere raggiunte da quelli di noi che conoscono la verità su Sai Baba. Prima di andare, voglio ringraziarti, Craig, per essere così aperto da permettere questo dibattito aperto malgrado tu creda nella autenticità di Sai Baba.

Comunque, ci sono due cose che hai menzionato e che voglio chiarire.

Hai detto che se una persona vede Sai Baba come un molestatore, allora Sai Baba diventerà un molestatore e se tu lo vedi come Dio egli diventerà Dio. Penso di capire dove vuoi arrivare. C’è una filosofia che sostiene che la mente è colei che costruisce e che la percezione e la fede creano la realtà; benché io creda che ci sia qualche verità in questa filosofia, io credo anche che essa sia stata manovrata. Per esempio: io posso scegliere di non credere che il sole sorgerà domani e questa fede può impedirmi di accettare che il sole sorgerà domani ma la mia fede non impedirà il fatto oggettivo che il sole sorgerà domani. Allo stesso modo, la mia convinzione personale che Sai Baba sia o meno un molestatore non cambierà assolutamente la realtà oggettiva. Che Sai Baba sia o no un molestatore di bambini, il mio credo personale non cambia la verità oggettiva su Sai Baba ma solo la mia accettazione o il mio rifiuto.

Infine, tu hai detto che Sai Baba raccontò ad una donna in una udienza che lei avrebbe potuto avere una udienza in qualunque momento avesse voluto nel futuro perché i devoti lo avrebbero abbandonato a frotte. (Quando ero in India, ho sentito dire qualcosa del genere). Sembra che tu stia usando questo come prova della onniscienza di Sai Baba così come un modo per screditare queste storie di molestie sessuali. Dirò semplicemente questo: se tu fossi un molestatore nella posizione di Sai Baba e sapessi che la voce si sta spargendo, o è probabile che si sparga, e che la gente sta parlando, ci sarebbe un modo migliore per coprire le tue tracce e per controllare i danni che dire cose del genere? Prende due piccioni con una fava, crea l’illusione che la sua conoscenza nasca dalla onniscienza e allo stesso tempo scredita queste storie di molestie sessuali. La sua predizione non viene dalla onniscienza ma dalla consapevolezza di quello che sta facendo ai giovani nella sua sala per le udienze e la consapevolezza che tutto questo sta trapelando. 

Voglio ringraziarti ancora, Craig, per questo forum e auguro il meglio a te e a coloro che leggono.