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Intervista a Basava Premanand di Elena Ruffinazzi Data: 28 gennaio 2005
Il fiammifero è acceso e il cotone imbevuto di cherosene posto all‘estremità di una torcia si infiamma a 800 gradi. Un uomo sottile, con una lunga barba, prende la torcia infuocata e se la passa con nonchalance su e giù, lungo le braccia. Infine chiude le fiamme tra le sue mani e le spegne. E’ Basava Premanand, il razionalista sessantatreenne indiano, invitato in Italia dal CICAP per tenere una serie di conferenze, che sin dal 1976 smaschera i santoni del suo paese, spiegando e riproducendo pubblicamente i loro trucchi. Lei viene dall’India, il paese che più di ogni altro ospita santoni e guru. A quanti miracoli ha assistito? "Di miracoli ne ho visti davvero tanti, ma purtroppo, nessuno era autentico, tutti nascondevano dei trucchi". Che genere di trucchi? "Vedete, ci sono quattro modi per realizzare dei miracoli: attraverso giochi di destrezza con le mani, con l’utilizzo di sostanze chimiche, usando apparecchiature meccaniche e, infine, sfruttando conoscenze poco note sul funzionamento del corpo umano". Può farci un esempio? "Certo. Tutti sappiamo che una pentola d’acqua posta sul fuoco non diventa immediatamente bollente, ma ha bisogno di tempo per riscaldarsi, ebbene, anche il corpo umano ha bisogno di tempo (tre secondi) per assorbire calore. Il trucco sta nell’assicurarsi che le fiamme non stiano per più di tre secondi su una stessa parte del corpo". E' su questo principio che si basa l’esibizione con la torcia in fiamme? "Certo, anzi vi dirò di più: anche la camminata sui carboni ardenti si basa sullo stesso principio. Chiunque ci può provare purché non faccia che pochi passi. Anche i santoni indiani ne fanno pochi; se volete una prova chiedete a uno di loro, intento a passarsi una torcia lungo il corpo o mentre sta camminando sui carboni ardenti, di fermarsi un attimo per una foto"! La lista di miracoli di questo
tipo è infinita e Premanand ha una spiegazione per ognuno di essi. Da cosa nasce questo suo interesse per i miracoli? "Quando ero piccolo credevo nei miracoli, ero affascinato dai racconti sui diversi poteri magici e dai sistemi come lo Yoga di Patanjali che parla dei Kundalini e della possibilità di acquisire poteri straordinari o addirittura l’immortalità. Essendo un ragazzo indù, volevo avere anch’io questi poteri, così a 12 anni iniziai ad andare in cerca di guru che me li insegnassero. La mia ricerca mi portò da diversi santoni; uno dei primi fu Swami Sivananda Maharaj che a quel tempo era l’unico discepolo diretto vivente di Ramakrishna Parmahansa. Parmahansa affermava di aver visto Dio e di averlo mostrato anche ai suoi discepoli. Andai da Swami e gli chiesi di mostrarmi Dio, così come gli era stato mostrato da Parmahansa, ma lui mi rivelò di non averlo veramente mai visto. Un altro fatto curioso che mi capitava di osservare spesso è che, mentre gli yogi continuavano a spiegare agli altri come raggiungere la salute, loro stessi avevano problemi reumatici, problemi al fegato, asma, diabete, tubercolosi, cancro". Qual’era la loro giustificazione? "Lo chiesi ad uno di questi e la sua risposta fu: ‘Potrei raggiungere la salute se solo volessi, ma sto coscienziosamente scontando dei peccati compiuti in una vita precedente’. Ma era chiaro che questo atteggiamento non era il benvenuto e, in genere, quando facevo questo tipo di domande venivo fatto allontanare dal tempio". Così, la ricerca di Premanand continua. "Ci fu un altro santone, Swami Ramgar di Kanhangadh in Kerala, che è l’autore del libro In search of God (In cerca di Dio). In questo libro spiega che Dio aiuta gli uomini a risolvere qualsiasi problema. Ma in tutti i miei viaggi, ed io ho viaggiato senza denaro tranne le dieci rupie che mio padre mi diede per le emergenze, ho solo visto persone che mi hanno aiutato offrendomi cibo e riparo". Qual è il suo messaggio? "Il razionalismo che io espongo è una scuola di pensiero, uno stile di vita. Insegna alle persone ad affrontare i problemi con calma e con l’aiuto della logica anziché attraverso reazioni irrazionali o emotive. Così una persona può cercare la causa di un problema e trovarne la spiegazione. La religione è un modo per sfruttare i bisogni della gente che crede in Dio. Se Dio è un creatore a cosa servono i soldi e il cibo che offriamo nei templi? Non c’è un solo tempio che non abbia una cassetta per le offerte. Un tempo, solo ai potenti e ai sacerdoti era permesso ricevere un’istruzione. Le masse erano tenute nella più assoluta ignoranza. I sacerdoti hanno fatto cattivo uso delle loro conoscenze affermando di essere in grado di compiere miracoli per soggiogare le masse. Ancora oggi in India solo il 30% circa della popolazione ha ricevuto un’istruzione. Questo è il motivo per cui i santoni proliferano". Da quando c’è Premanand, comunque, i santoni non hanno vita facile. Parliamo del più carismatico santone indiano: Sai Baba. L’ha mai incontrato? "Certo, sono stato uno dei suoi adepti per ben tre anni. Ovviamente ero lì per le mie ricerche, ma nessuno ne era al corrente. Alla fine conoscevo tutti i suoi trucchi, che poi non sono molto diversi da quelli praticati dagli altri santoni. Devo riconoscere comunque che Sai Baba ha molta fantasia: materializza di tutto, dalla cenere sacra (la Vituthi) agli orologi Rolex". La Vibuthi è piuttosto conosciuta, si dice che conferisca poteri particolari a chi ne possiede un po’. Se non sbaglio Sai Baba ne distribuisce a volontà materializzandola apparentemente dal nulla; ma che aspetto ha? "Innanzi tutto ha un profumo particolare, di essenze indiane, qualcosa che assomiglia molto all’incenso, sentite"? Dalle mani di Premanand inizia a scorrere, come per incanto, una polvere finissima e impalpabile. Ma come ha fatto? "Non è difficile, chiunque lo può fare: è sufficiente acquistare dell’amido (magari nello stesso negozio in cui lo compra Sai Baba), procurarsi della cenere e del profumo e impastare il tutto con l’acqua. Con questo composto si fanno delle palline e si lasciano seccare. Nel momento della materializzazione è sufficiente tenere una pallina nascosta tra le mani e distribuirla sbriciolandola lentamente, compiendo movimenti circolari per camuffare il trucco. Il segreto sta nell’imparare a rilassare le mani senza far cadere la pallina Sai Baba la chiama cenere sacra, e i suoi fedeli la raccolgono e la mangiano", ride divertito, "Se sapessero che è fatta di sterco di mucca bruciato, acqua e amido non la mangerebbero. Se vi capitasse di trovarvi davanti Sai Baba che materializza la Vibuthi dategli una decisa pacca sulla mano, oppure chiedetegli di rifare il miracolo con il palmo in su e le dita aperte". Cos’altro materializza Sai Baba? "Altre sue materializzazioni famose sono la moltiplicazione del cibo (si rifa, in questo caso, a Gesù di cui dice di essere la reincarnazione), che avviene grazie ad una borsa a doppio fondo, oppure la materializzazione dell’acqua attraverso un’ampolla apparentemente inesauribile, che in realtà sfrutta il principio dei vasi comunicanti. Vi dirò di più: otto anni fa anche il giardino di Sai Baba era inaridito per la siccità e lui, di acqua, non ne ha saputa materializzare. Durante la guerra del Golfo, quando non c’era più benzina, anche la macchina di Sai Baba, che dice di poter trasformare l’acqua in petrolio, era in fila con le altre al distributore". Insomma, anche Sai Baba, si è rivelato un truffatore. "Pare proprio di sì. Del resto per capirlo non sono necessarie le mie conoscenze, basta un po' di buon senso: perché un santo avrebbe bisogno di una borsa per materializzare cibo o oggetti"? Sbugiardare i santoni infilandosi tra i loro seguaci. come ha fatto con Sai Baba, non le ha mai creato problemi? "Più di uno, purtroppo. Questa ricerca mi è costata qualche minaccia di morte, qualche costola rotta e non pochi ricoveri in ospedale, ma io non mi sono mai dato per vinto. Oltre a Sai Baba ho incontrato molti altri santoni famosi in India, come Swami Narayananda che mi permise di imparare il Kundalini. Mi chiese di scrivere "Om" su un foglio di carta che poi portò in una stanza di preghiera adiacente. Quando tornò, prese un tizzone ardente lo appoggiò sulla carta. Solo l’Om bruciò, mentre il resto del foglio rimase intatto. Lo swami mi disse che ciò era avvenuto grazie al potere dell’Om e mi diede un esercizio: dovevo ripetere a viva voce e molte volte Om. Lo feci per tre mesi, ma quando tornai dallo swami per compiere il miracolo prese fuoco tutto il foglio e non solo l’Om. Lo swami mi rispose che ciò si era verificato perché avevo sbagliato qualcosa nel ripetere il mantra e mi disse di rifare l’esercizio per un altro periodo di tempo. Proprio quel giorno arrivò un altro discepolo che voleva imparare il Kundalini. Mi nascosi nella stanza adiacente per vedere se Narayananda imbrogliava; così vidi che Narayananda anziché pregare applicava una sostanza chimica sulla carta. Due o tre giorni dopo, in un momento opportuno in cui non potevo essere visto, andai in quella stanza e vi trovai la sostanza chimica. Era una soluzione di Nitrato di Potassio". Il suo lavoro è rimasto praticamente sconosciuto fino al 1976, quando il Dott. Abraham Kovoor, il famoso razionalista, venne a conoscenza delle ricerche che lei aveva condotto e dei dati che aveva raccolto e si rese conto della loro utilità. Ci racconti qualcosa di quel periodo. "Kovoor mi disse di utilizzare le mie conoscenze in questo campo per il bene delle persone, diceva che la gente aveva il diritto di sapere. Poi si ammalò gravemente e mi chiese di continuare il suo lavoro". Da allora per Premanand smascherare i santoni non è più solo un hohbv. Svelare i trucchi che stanno alla base dei presunti miracoli è diventata, per lui, una vera e propria professione. "Volevo raggiungere il grande pubblico, e non solo chi era interessato all’argomento. Iniziai a viaggiare in Kerala, acquistai una jeep equipaggiata di microfono e allarme. Raggiunsi piccoli villaggi e città. L’allarme della jeep attirava l’attenzione della gente. Quando iniziavo a compiere miracoli, ad esempio infilzandomi la lingua con uno spillone, il pubblico aumentava; quello era il momento propizio per spiegare i trucchi". Quanti paesi ha visitato? "Ho attraversato praticamente tutta l’India tenendo circa 7000 conferenze. Inoltre ho visitato 27 paesi tra cui quasi tutti gli stati Europei, gli USA, dove ho tenuto delle lezioni universitarie sulla storia delle religioni e sui miracoli, e l’Australia. La risposta è stata molto positiva: ora ci sono 116 centri razionalisti in giro per il mondo tutti collegati alla mia opera. Ho anche ricevuto una borsa di studio dal Consiglio Nazionale Indiano per le Scienze e le Comunicazioni Tecnologiche per insegnare a 100 persone in ogni stato a compiere miracoli e a svelare i trucchi che stanno alla loro base". Premanand, che è anche l’autore di trenta libri in Malayalam e sei in inglese tra i quali The history of Godmen (La storia dei santoni) e Divine Octopus (La piovra divina), ora ha tre mete: "Visitare ogni parte del mondo", ci spiega, "e vedere i miracoli che là vengono fatti, fondare un centro di ricerca nella casa in cui è custodita la mia collezione di 50.000 libri sull’argomento e 20.000 strumenti, con l’aiuto dei quali spiego come si fanno miracoli". E il suo terzo desiderio? "E' quello di vedere un miracolo vero prima di morire. Forse i vostri lettori potranno aiutarmi a trovarne uno". Pubblicato sul n° 4 della rivista
"Scienza & Paranormale", rivista ufficiale del
CICAP. |